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CAPITOLO III

 

LA POPOLAZIONE
(abitazioni)

 

Oltre alla città Lipari sulle isole Lipari ci sono soltanto piccole borgate che consistono in maggior parte da case sparpagliate e che formano una contrata. Soltanto commueto su Lipari e Santa Marina su Salina prendono la forma di abitanti agglomerati. Le altre che all'incirca possono ancora essere indicate così sono malta, Lingua, Renella, Val di chiesa e Pollera su Salina e San Vincenzo e Ginostra su Stromboli.

Nell'anno 1864 esistevano sulle isole Lipari 5126 case, tra cui 4416 case abitate e 700 case disabitate, di cui

Lipari

abitate 4416

disabitate 700

 

Dopo l'ultimo censimento dl 31 Dicembre 1881 con  l'accrescimento avuto luogo fino al 1890 incluso, il numero delle case abitate e disabitate e qui bisogna osservare che le  numerose case estive allora erano effettivamente disabitate si distribuisce secondo le diverse isole quanto segue:

Lipari          abitate                  disabitate                       compless.

                            4416           700                                5.116

Quasi tutte le case singole sono abitate. A Lipari (città)  ci sono circa 200 disabitate, particolarmente nel castello; dove tante delle case, abitate una volta della famiglie dell'isola, come vedremmo più tardi, ma servono soltanto quale abitazione dei coatti.

Come possiamo vedere dall'elenco precedente l'accrescimento del numero delle case negli ultimi decenni era piuttosto alto e dall'inizio di questo secolo molto significativo

Fino all'anno 1812 le case di Lipari erano limitate all'accerchiamento delle fortezze, al di fuori di poche case disperse della classe lavorativa.

Solo da  quel periodo si cominciò a costruire la città di oggi e le case della fortezza furono abitate soltanto dai condannati al domicilio coatto. Le case di campagna vicine accrescevano pure in numero ed in graziosità. Nelle altre borgate si registrava particolarmente a Canneto un accrescimento significante del numero delle case, perché questa borgata in seguito al commercio della pietra pomice diventò l’isola più abbiente. Si vendeva terreni di costruzione vicino alla spiaggia fino a lire 10 il metro quadrato. Sulle altre isole esistevano fino al 1804 poche case disperse. A cominciare da questo periodo furono costruite più case particolarmente però a partire dal 1854, quando il commercio si distese ed il vino salì nel prezzo, e grazie a ciò la gente guadagnava molto denaro. Vulcano una volta aveva fuori dalle costruzioni appartenenti alla fabbrica dello zolfo quasi nessuna casa e quelle costruzioni detano a partire dal 1856. Altrettanto Filicuri, Alicuri e Panaria possedevano una volta soltanto poche case, il loro numero si è moltiplicato soltanto negli ultimi decenni.

Le case di Lipari una volta erano di fattura molto povera; fino al 1782 e sulle altre isole fino al 1804 si adoperava internamente quale calcina tra le pietre della terra pura e soltanto dal di fuori si arricchiva con un pò di calce e di terra. Quasi tutte le case erano ad un piano con aperture piccole, basse, c'erano soltanto tre case a due piani e quest'usanza si é mantenuta fino a pochi anni fa su Alicari, Filicuri e  Panaria. Oggigiorno si costruisce dappertutto con  calce e polvere di pomice, le aperture si fanno larghe ed alte e particolarmente dal 1854 vengono costruite numerose case a due piani, parecchie delle quale mostrano di già un certa architettura.

Di solito le case di campagna di Lipari hanno sul davanti un terrazzo o ostricu con tre o quattro colonne bianche, che devono portare un tetto di vite che a volte manca, allora viene costruito da fasci di canna, oppure rimane semplicemente un terrazzo soleggiato. Una di queste colonne presenta spesso una finestra, un buco per collocarvi diverse cose e sull'ostricu ci sono interno dei banchi con spesso accanto dei vasi tipo aiuole di fiori, che di solito sono ornati con garofani; sul lato solitamente c'é un piccolo lavatoio. Alcune di queste case hanno appeso la cisterna, mentre in alto si trova nella casa stessa. Comunque c'é quasi  casa che non si sprovvista, perché é un impianto indispensabile, in un paese quasi senza sorgenti, dal quale si attinge l'acqua in maniera a volte più primitiva, sia con una foglia di fico d'india, sia con un pezzo di canna trapanato e reso più pesante tramite un peso all'estremità. Dall'Astrucu c'é una scala che porta con una o due scale, messe di soliti ad angolo, nelle stanze superiori; ce ne sono, che spesso sono ottigue da un piccolo ostricu. Accanto a molte case Liporensi si vede un posto isolato un forno a forma di uova. Presso le case ci sono solitamente i mannari per le bestie, e tetti sporgenti chiamati piunata, che servono assieme ai portici, collocati da loro spesso sotto le case, e che servono la notte e durante la pioggia per la conservazione dei cannizzi e per assicare i fichi e l'uva, che si possono vedere in grande quantità presso le case. Verso l'astucu vanno le porte, che in campagna vengono contemporaneamente da finestra; quale sostituito per le ultime servono spesso, delle semplici pignatte di terracotta senza fondo i marinai, che si chiudono con stracci e paglia quando fa freddo. Le pietre per i slipili vengono solidamente dalla duca, ed alcuni, più fini, adoperati quale pietre portanti più i balconi, vengono da Siracusa. Le aperture dei camini sono formati, simili alle cosiddette finestre, sa pignatte senza fondo, e quasi non sporgono fuori dai tetti piatti, coperti con repillu oppure con polvere di pomice e calce, che vengono pestati insieme per qualche tempo. Tetti con tegole di legno si vedono solo sulle case di città a Lipari ed su alcune moderne baracche di pietra di pomice. Sulle case di Lipari si adopera spesso tubi di terracotta, che vengono murati sull'orlo superiore dell'astrucu e servono qualche chiusura dei tetti di terrazza. Particolarmente in tempi più lontani erano di uso dei graziosi coronamenti dei tetti tipo pinacolo, detto pizzi, come abbiamo rappresentato in verce, illustrazioni e che si possono vedere pure nella xilografia di sopra.

 

Questi coronamenti, che fanno diventare decorativa anche la casa più semplice, furono costruite per di più da pietre tipo traclite, a volte anche da pietre pomice dura, e furono poi tinteggiate, come il resto della casa. Simili decorazioni portano anche le panche dell'astricu e le  imboccature esterne della cisterne. Le case di questo genere hanno anche delle vere finestre, nelle quali vengono esposte vasi di fiori con basilico- questo particolarmente a Panaria. Nella descrizione della città di Lipari abbiamo parlato di alcuni balconi che sembrano dei veri giardinetti pensili. Nella città di Lipari parecchie case, nelle quali si trovano dei negozi, sono provviste con una sporgenza tipo mensola di pietra vicino alla porta, dove vengono appoggiate le merci in vendita.
L'interno della case contadine di Lipari - perché soltanto queste possiamo considerare caratteristiche, e non le case di città modernizzate - é molto semplice. La soffitta sopra la travatura é fatta di canna; questo vale pure per il vestibolo, se ce n'é uno. Nelle pareti sono applicate delle piccole macchie con nel mezzo una tavola di legno, che serve per la  custodia di diversi oggetti. Nelle case contadine di Stromboli ci sono degli armadi a muro di legno, ed in alto sul muro si trova una piccola credenza per collocare i piatti. Anche sopra la porta si trova spesso un piccolo arco per la custodia di diverse cose. Su Panaria  hanno dei piccoli armadi nel muro stesso, dove tutto quello che si trova in casa in fatto di bottiglie e vasellame, trova il suo posto. Il pane, particolarmente a Stromboli, viene messo in un sacco di lino ed appeso ad un balcone, cosi la provvista si mantiene da un mese a 40 giorni. Nelle case contadine di Stromboli, Filicuri e particolarmente a Panaria, ci sono scamuri fatti di legno per sedersi, fatti con rami di rieula (ferula comumunio) che son molto leggeri, dappertutto ci sono pure un uso le "carruocciulu", una specie di" scamuri" fatto di legno, per far sedere nell'intelaiatura quadrata su di un'asse più basso, i piccoli bambini senza che corrono il rischio di cadere giù. Su Panarea si vedono spesso delle cassapanche di legno. I letti, fatti di assi di legno, poggiano su cavalletti di ferro ed alle pareti sono appesi immagini sacre in cornici di carta colorata. Le culle di rado sono fatte di legno, di solito sono fatte di lenzuolo in forma di amaca, che spesso vengono appese sopra il letto matrimoniale oppure in estate nell'ombra degli alberi. In tantissime case dei Lipari si vedono piccoli tavoli portabili in legno, che portano la lampada, alla quale si appende anche il rosario. Queste lampade di solito sono candelabri di maiolica di Faenza (lucerne) che vengono prodotti ad Amalfi, sono provviste di bacinella con fiamma unica o con due fiamme laterali. Molti di quest'ultimo tipo sono in uso particolarmente a Stromboli. Su quest'isola si trovano anche delle brocche con collo sottile e manici contorti, che vengono importati da Taranto e che non si vedono da nessuna parte a Lipari. Vengono importate da Taranto pure delle brocche grandi con manici doppi, mentre le brocche snelle di terracotta con pure due manici, adoperati a Lipari, Panarea ecc.. provengono dalla Sicilia. Il vasellame per cucina e per tavola sono di terraglia più fine o più grossa, colorate di più o di meno, a secondo della classe e dell'agiatezza. Un 'arcobaleno (minula) fatto di canna con una barra di ferro nel mezzo completano di solito il mobilio schietto di queste abitazioni semplici si vede lo più  a Stromboli. Si usano vedere anche delle rocche che le donne portano in mano e che particolarmente a Filicuri e Panrea sono molto corte.

Una casa contadina costa in media 460 lire; questo vale però soltanto per la casa vera e propria; aggiungendo le dipendenze che ne fanno di solito parte, come il forno, la terrazza, la cucina, la mannara e la  piunata, il valore medio e di solito 875 lire.