torna al SOMMARIO

CAPITOLO III

 

LA POPOLAZIONE
(alimentazione)

 

Il nutrimento degli abitanti di Lipari é molto semplice. Di regola si mangia a mezzogiorno e verso sera. I più agitati mangiano brodo, minestra; verdure, carne, pasta e qualche volta legumi, il pesce é una pietanza prevalentemente in uso. Vorrei menzionare che le frittate vengono di solito fatte con il formaggio grattugiato, per cui prendono un gusto peculiare ma non spiacevole. Una delle pietanze preferite a Lipari sono le pruoppetta. Vengono preparate con manzo tritato, cui si aggiunge del tuorlo d'uovo battuto e pane grattugiato, e poi si friggono, si possono però pure fare in umido. Vengono fatte pure con formaggio al gusto di cannella. Sono da menzionare i badduottuli, per i quali si tritta bene la carne la quale si impasta in seguito come se  fosse un pane, si aggiunge qualche uva passa, rosso d'uovo e pane grattugiato, si impastano in forma rotonda e poi vengono fatti bollire nel brodo, il quale con l'aggiunta di qualche ossa é stato reso più saporito. Un'altra pietanza preferita é lo stuffatu, e cioè, carne di manzo in umido. Si può farlo lardellato (' umutunatu) con grasso ed aglio, oppure semplicemente

di un pezzo unico. Quando ha un bel color rosso, si aggiunge conserva di pomodoro, che fa diventare il sugo di un colore nero; se si aggiungono invece dei pomodori freschi, il sugo rimane di più di un colore rosso. I sarsizieddi vengono pure fatti di manzo, che  viene arrotolato e riempito di pane. A volte si aggiungono pure uva passa, aglio ed alcune spezie. Il vino viene bevuto dalle classi abbienti comunemente a tavola. I Liparoti attribuiscono la loro salute e forza al loro meraviglioso malvagia. Il pane, fatto di farina magorle di solito e bianca e per lo più viene impastato e cotto in casa. ha la forma di una grande ciambella (vucciddatu) che, tostato; rimane per mesi mangiabile e che viene mangiato anche fresco sotto forma di piccole ciambelle (cotanedda) e piccoli pani (panetta).

La classe operaia e pescatori mangiano di solito pesce, verdure, legumi  particolarmente faginoli - e pasta. Quest'ultimo la mangiano di preferenza e se si vuole spingerli al lavoro, spesso si usa dire : "ala picciutti p'a pestazza p'u viun". Sulle ialtre isole, il mangiare abituale, eccettuato i pochi abbienti - consiste di legumi pesce salato, molte verdure e qualche volta anche pasta. I tempi migliori la gente la vive ancora nella tarda estate, perché ricevono la paga per la vendemmia ed altri lavori di raccolto e perché la frutta costa molto poco. I vecchi, donne e bambini si nutrono quasi esclusivamente di frutta, e non soltanto a Lipari, ma su tutte le l'isole. La frutta più mangiata é il fico d'india, perché é nutriente ed il più conveniente. Nei mesi invernali, quindi gli abitanti di Alicuri e Filicuri, che sono ad ognio modo i più poveri, non possono andare a pesca in seguito al cattivo tempo, si nutrono soltanto di poca verdura e di erbe selvatiche, che spesso, probabilmente solo per via della loro noncuranza mangiano senza sale e olio. Particolarmente finocchio selvatico (finocchi selvatici) ed un di pane d'orzo cattivo e ferroso formato allora il loro nutrimento principale. E' successo però anche che mancasse perfino il pane, e poiché non era possibile, in seguito al maltempo, di procurarsi delle provvigioni dalle altre isole, succedeva che ad Alicuri c'era la carestia. Così, qualche anno fa, sette persone morirono di fame in un solo inverno. In estate, gli abitanti di queste due isole vivono per due mesi quasi esclusivamente della frutta, su Alicuri prevalentemente di fichi d'india, fichi e delle carrube non utilizzati per il bestiame, inoltre hanno anche il pesce che usano pescare.

Una pietanza di contorno molto amata è la mostarda, e cioè, si fa mustarda frisca e mustarda sicca. La prima viene fatta nel seguente modo: si fa bollire il mosto finché tre quartucci si sono ridotti ad uno, poi si aggiunge della farina fine e si gira ed impasto con un legno la massa nella pentola finché non diventa una pasta solida, che si versa su si un piattino. Per la mostarda sicca il mosto deve essere altrettanto ridotto ad un terzo per bollituta. Fatto questo, si aggiunge pure della farina, un poco di cenere di legno leggero, inoltre noccioline tostate e dei pezzettini di noci o di mandorle e della buccia di arance arance amare tagliata fine per dare un sapore migliore; il più gustoso diventa però con buccia di arancia amara con essenza di limoni. Vengono aggiunti pure cannella ed altre spezie; per darle un odore particolare poi, quando la mostarda comincia a diventare più solida, la si butta dentro della forma di terracotta (forme di mostarda) che vengono comprate fuori e nelle quali si lasciano assicare da 10 a 12 giorni al sole tiepido e all'ambra. Se non si attacca più al dito, viene estratta e posta su una foglia di vite, in questo modo si conserva pezzo su pezzo, mentre le foglie di vite, assicandosi, ci si attaccano. La mostarda, che di solito viene mangiata soltanto in inverno, dura uno o anche un anno e mezzo. Quella di malvagia costa 2 lire al rotolo. I contadini la fanno pure col vino nero, ma allora non é così buona e costa appena 25-26 soldi al rotolo. La preparazione della mostarda é l'occupazione principale ai primi d'ottobre della donne di Lipari.

"l'andata a dare un poco di mostarda" é la solita riposta, se in quel periodo si chiude dell'una o dall'altra figura. La regolano poi agli amici quale leccornia speciale, si invitano a vicenda per gustare la mostarda nuova e la inviamo agli conoscenti di trapoli, Messina, Palermo ecc... La "spicchitiedola di vincicottu", fatta pure di farina di frumento con mosto cotto e cotta pure nel forno, assieme alla "viscuttina di zuccaru e ova", costituiscono i dolci preferiti in occasioni di feste.

E' difficile indicare con esattezza il bisogno annuo di alimenti diversi sulle isole Lipari. Comunque, se si calcola l'importazione e la produzione locale da una media di quattro anni e cioè basato su registri doganali, contratti di appalto ed appellazioni, che il comune stipula per l'imposta sui consumi, vengono consumati: 4.000 salme di frumento e 1.000 salme di orzo, 4.000 contara d'orzo, 1.500 cantara di pasta, 1.000 salme di legumi, 752 salme carne di manzo, 184 salme di carne suina, 237 cantara carne di montana, e 895 cantara di pesci.

Carne salata viene poco consumata, all'incirca 15 cantara, pesci salati, stoccafisso, merluzzo, acciughe, aringhe, e tonno 279 cantara di formaggio vengono consumati 94 cantara, di olio 3.174 cantara e di sugo e pancetta 195 cantara. Il frumento fungoturtrischi  viene consumato soltanto in questi anni nei quali i legumi sono più cari del solito, ed allora in misura di circa 200 salme.