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CAPITOLO III

 

LA POPOLAZIONE
(il matrimonio e le altre cerimonie)

 

La scelta della sposa viene fatta dal giovanotto. Se i due innamorati credono che i genitori o parenti da ambedue le parti siano favorevoli alla loro unione, allora i genitori o i più prossimi parenti del giovanotto vanno in casa della ragazza per rivalere l'intenzione del loro figlio o parente. Nela caso che viene accettata la proposta  si discute della dote, si decide il periodo nel quale il matrimonio avrebbe luogo ed infine vengono offerti dei dolci. La stessa procedura ha luogo anche nelle classi più povere, soltanto il tutto viene chiuso con una cena.

Le usanze per il matrimonio delle classi borghesi di Lipari sono le stesse di quelle Siciliane; tra il popolo e sulle altre isole invece ci sono usanze proprie. Il giorno del matrimonio, lo sposo, accompagnato dai suoi parenti, va in casa della sposa. Questa se appartiene ad una classe più alta, si veste con un vestito costoso e porta il velo bianco che raggiunge i piedi. Le spose delle classi medie e più povere non portano il velo e si vestono secondo le loro possibilità più bene possibile. Durante il tempo che la sposa di veste, i suoi parenti come quelli dello sposo portano dei doni che consistono per lo più in oggetti d'oro. Quando la sposa ha finito di vestirsi, allora gli sposi si recano in chiesa, accompagnati da numerosissimi parenti ed amici. Tornati a casa, si fa gli auguri ai sposi novelli ed ai genitori di loro. I quali assieme agli ospiti presenti, lasciano poi da soli i sposi novelli. Segue la somministrazione di dolci, di gelati, di cioccolato, di ponce, di rosoglio, a secondo i mezzi della famiglia ed a secondo il periodo dell'anno; Il giorno seguente nella casa della sposa segue un pranzo comune, dove partecipano i parenti prossimi. Sulle isole vicine, fino all'andare in chiesa, ci sono le stesse usanze come a Lipari. Davanti all'altare, gli sposi, accompagnati dai genitori o in mancanza di quest'ultimi dai parenti prossimi, devono portare in mano una fiaccola accesa. Il ritorno nella casa della sposa si scambiano dei baci, si fanno gli auguri e si affrono dolci, rosoglio ecc.. e poi segue il pranzo. Per la sera vale generalmente l'uso, di festeggiarla col ballo accompagnato dal suono di strumenti musicali.

Quando balla la sposa, gli amici e parenti e soprattutto gli altri danzatori le gettano addosso confetti, soldi o frumento, che vale quale dimostrazione di grande stima e di omaggio. Più tardi quando il ballo é finito, i prossimi parenti cantano canzoni popolari (canzuni) quale segno di separazione, oppure un inno; quando cantano i genitori benedicano la sposa, la quale piange dolorosamente con loro. Alla fine della canzuni gli ospiti invitati ed i parenti accompagnano gli sposi nella casa dell'uomo, dove, secondo l'usanza ,devono pernottare. La trovano una stanza tutta illuminata, dove vengono assaggiati di nuovo dei dolci e del rosoglio. Qui vengono cantate altre canzoni ed in seguito a ciò versate altre lacrime, finché il più anziano ed il più intimo dell'adunata fa l'invito di andarsene, dopodiché si lasciano gli sposi, ai quali si augura la buona notte, da soli. Nelle prime ore del giorno seguente i prossimi parenti portano il caffé agli sposi e li chiedono della loro salute; se gli sposi sono poveri, a volte i parenti non portano niente, ma sempre si informano della loro salute. Alla madre della sposa ed in mancanza di essa, alla sorella - nel caso che sia sposata - é permesso di aggiustare il letto nuziale, comunque il presenza della suocera, quasi come se si trattasse di confermare la verginità della sposa. Quest'ultima, se non vuole esporsi alla critica del paese, non deve uscire nei primi otto giorni. In occasione della prima uscita, che ha sempre luogo una domenica od un giorno di festa, va a messa vestita da sposa , ed accompagnata da suo marito, dai genitori e dalla suocera.

In occasione della nascita, il bambino viene portato dopo pochi giorni, di solito duo o tre, in chiesa per il battesimo, accompagnato dai parenti e dagli ospiti invitati. Il bambino, a seconda la famiglia vestito più o meno elegante, viene portato dall'ostetrica e cioé, se si tratta di un maschio con la testa sul braccio destro, se si tratta di una femmina con la testa sul braccio sinistro, di modo che la gente possa riconoscere subito il sesso del neonato. Tornati a casa, si fanno gli auguri ai genitori ed a secondo la posizione della famiglia vengono offerti, come per il matrimonio, dolci e rinfreschi. Il padrimo viene invitato molto tempo prima e non appena é stato informato del parto, manda alla madre quale regalo delle galline legate con nastri belli di seta, e le paste migliori per minestre. E' dovere del padrino di fare un regalo di denaro all'ostetrica ed anche al bambino, una volta che questo é diventato più grande. Naturalmente i genitori col tempo trovano sempre dei mezzi per ripagarlo di questo.

Per la cresima si sceglie il padrino, col quale si va, a secondo delle circostanze, in chiesa o in casa del vescovo. Dopo il ricevimento del secramento il padrino accompagna il suo cresimando fino a casa, più tardi il padrino usa fargli un regalo più o meno ricco, a secondo la posizione della famiglia.

In caso di morte a Lipari si suona immediatamente dopo, il decesso della persona concermente, la campana a morte della parrocchia. Si veste la salma e la si mette nella stanza, accanto a delle fiaccole accese, su una sedia, di solito per mezza giornata con accanto un'assistente, finché i sacerdoti i quali, ad accezione dei canonici, si radunano in chiesa, non arrivano; dopo che la salma é stata messa nella bara loro cantano il miserere per poi accompagnare la salma a modo di processione in chiesa. La coperta che avvolge la bara viene tenuta agli angoli da quattro ricchi cittadini, se il deceduto apparteneva alle classi borghesi più alti; altrimenti da uomini che avevano la stessa occupazione o che facevano lo stesso mestiere di lui. Non appena la salma é arrivata in chiesa, si eseguono le preghiere rituali; se é di mattino, viene celebrata una messa solenne, altrimenti questa avrà luogo il giorno seguente. Per i bambini non si suona la campana a morto, al contrario, quando il corteo fenebre passa dalla chiesa si fanno suonare le campane di festa in seguito a gioia. Alle donne morte, se erano nubili, si dà una foglia di palma con fiori nella mano per distinguerle da quelle sposate, la durata del lutto per i coniugi, genitori e fratelli é di due anni lo stesso vale per suoceri, i genitori e le nuore. Per gli zii e cugini di primo grado, la durata é di sei mesi di lutto grave e sei mesi di lutto semplice, per i parenti di grado più lontano comporta, a secondo del grado di amicizia, sei mesi, tre, uno oppure otto giorni.

Sulle altre isole ci sono altre usanze. Per i bambini fino al settimo anno, si sparano "maschi", si suonano le campane a festa e viene cantato un gloria. Per i trapassati con più di sette anni, la salma non si lascia da sola, come a Lipari, ma nella camera del morto si radunano parenti ed amici, ed i primi, mentre piangono il defunto, lo elogiano e danno rilievo ai sui meriti. Nel frattempo prima che i sacerdoti accompagnano la salma in chiesa, ognuno dei presenti bacia il defunto e gli dà l'incarico di salutare il cielo i propri morti. Sulle altre isole il lutto dura quanto a Lipari; soltanto qui si aggiunge all'abitudine di vestirsi di nero, l'usanza che il padre, il marito, il figlio o fratello si fanno crescere la barba per sei mesi senza curarla. E' pure un segno di lutto profondo portare la "cuoppula" rovesciata, cioé con la fodera di fuori e il panno di dentro. Le donne, vestite di nero, non portano il muccaturini o scialle, invece si piegano il vestito sulla testa e lo aggiustano come un lungo mantello.

Su Lipari e sulle altre isole i parenti non escono per i primi sette giorni ed in casa del defunto ricevono in continuazione visite di condoglianze. E' proibito preparare in questa casa da mangiare durante questi sette giorni, ma amici solerti ed altri parenti fanno in modo, che sia portato il mangiare ai parenti prossimi. A Lipari da qualche anno si é introdotto l'usanza di stare invece di sette giorni soltanto tre giorni a casa. Il giorno che i parenti annunciano che finisce il "settimo" - siano stati sette o tre giorni - tutti gli amici e parenti si riuniscono in casa per recarsi poi insieme in chiesa, dove é innalzato un catafalco e dove viene cantato una messa solenne per l'anima del defunto. Dopo si accompagna i parenti fino alla casa, ma prima che essi salgono le scale, gli amici e gli altri parenti salutano, per allontanarsi poi tutti.

Durante i primi sei mesi di lutto non hanno luogo visite sociali, dopo un lutto da otto a quattordici giorni però si fanno visite in occasioni speciali, quali casi di malattia o ritorno da un viaggio ecc...

Una volta si usava seppellire tutti i morti nella chiesa e cioé esisteva una tomba per gli uomini e una per le donne; sulle altre isole quest'usanza esisteva per molto tempo. Al giorno d'oggi ogni località si sforza di costituire dei propri luoghi di riposo, tanti dei quali sono però cinti da un semplice steccato. Feste popolari vere e proprie non ci sono a Lipari. Come le si potrebbe contare appena quelle celebrate in onore del protettore di ciascun'isola o dell'una o altra località, e delle quali parlammo già in occasione delle feste religiose.

A Lipari si celebra il 2a Agosto di San Bartolomeo, che é la festa più grande e allegra e che viene fatta su spesa del comune. E dura per tre giorni e la gente arriva da tutte le isole del vicinato e dalla vicina Sicilia arrivano commercianti per vendere tessuti, pelle; oggetti fatti di latta, stagno e ferro, inoltre frutta, dolci e lavori fatti d'oro e d'argento, di modo che la festa diventa una specie di fiera. Per tutto il tempo suonano bande di musica e si preparano illuminazioni notturne e fuochi d'artificio.