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11 OTT - DIFESA AMBIENTE: LETTERA APERTA DI QUATTRO NOTI RICERCATORI (11/10/2006 - 19.52)
Il fragile equilibrio ecologico dell'isola viene messo a dura prova specialmente dal turismo incontrollato dei vacanzieri "mordi e fuggi"
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Con una lettera aperta indirizzata al Comune e alla Capitaneria di Porto di Lipari, quattro eminenti ricercatori delle università di Bologna e Friburgo chiedono il rispetto delle regole messe a difesa della natura dell’isola.
La pubblichiamo così come ci è giunta in redazione.



Al Municipio di Lipari
Alla Capitaneria di Porto di Lipari

I sottoscritti si rivolgono a queste istituzioni per segnalare una situazione che affligge, soprattutto nei mesi estivi, le piccole isola dell’arcipelago oliano, in questo caso con particolare riferimento all’isola di Panarea.
E’ fuor di dubbio che il fragile equilibrio ecologico dell’isola venga messo a dura prova, durante i mesi di luglio e agosto soprattutto, quando la popolazione turistica residente raggiunge valori molto elevati, ma fino adora almeno le misure protezionistiche messe in atto negli ulti anni erano servite a mantenere un livello di sfruttamento ambientale più accettabile.
Tuttavia negli ultimi anni il divieto di sbarco ed ormeggio che vigeva per la splendida insenatura di Cala Junco è stato sempre più disatteso, segno che il controllo di tale norma è stato molto allentato.
Inoltre, negli ultimi tempi si è assistito allo sviluppo preoccupante di un altro fenomeno: l’arrivo, durante l’alta stagione, di un gran numero di imbarcazioni, provenienti dalla costa calabra, che sbarcano quotidianamente centinaia di turisti che hanno del turismo una filosofia tipo “usa e getta”. Per ovviare agli impatti negativi creati da queste “invasioni” pacifiche ma non indolori si è attivata una “tassa di sbarco”, equivalente a quella che tutti i turisti pagano per venire alle Eolie, che dovrebbe riguardare ognuno dei turisti sbarcati dalle imbarcazioni. Sembra tuttavia che la differenza tra persone realmente sbarcate e le tasse di sbarco effettivamente versate dai responsabili dei trasporti sia forte.
Poiché questi introiti derivanti dalle “Tasse di sbarco” possono essere usati allo scopo di potenziare il personale, anche privato, addetto al controllo si chiede comunque alle autorità preposte di intervenire a difesa di norme già vigenti.

Natale Calanchi (Università di Bologna)
Claudio Tranne (Università di Bologna)
Federico Lucchi (Università di Bologna)
Joerg Keller (Univ. Friburg - Germania)