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18 MAG - COMUNIONI E CRESIME A PANAREA E POI UNA NOTTE DI POESIA (18/05/2009 - 16.51)
Guardando un cielo stellato, non posso non ricordare le splendide notti d’estate a Panarea. Lì dopo che il sole se ne va a riposare nel mare, scende la sera, ma non il buio.
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Ieri a Panarea grande festa in occasione delle prime comunioni e cresime per tanti bambini dell’isola. E in più anche un battesimo. Ha celebrato la messa padre Lio il quale, come sempre, ha saputo organizzare al meglio l’evento. Hanno partecipato, oltre alle famiglie dei ragazzi e tanti isolani anche molti turisti che già affollano l’isola. Una giornata di sole splendido ha aperto ormai la stagione estiva.
Tra gli altri bambini c’erano Giuseppe Venuto e Stefania Mandarano, nipoti di Pina del famoso Ristorante DaPina e del Resort Hotel Oasi.
Purtroppo, tanti ragazzi di Panarea sono costretti a vivere lontano dalla loro isola per questioni di studio. Ma appena possono tornano, anche con il mare grosso, per assaporare i profumi della loro isola.
E proprio su questo argomento, Pina Cincotta Mandarno dedica la seguente poesia ai nipoti e a tutti i bambini di Panarea che come loro non posso sempre assaporare le meraviglie della loro isola.


Anche le stelle hanno un profumo. Profumo di ibisco, di olendaro, di zagare. Profumano di fichi d’India.
Guardando un cielo stellato, non posso non ricordare le splendide notti d’estate a Panarea. Lì dopo che il sole se ne va a riposare nel mare, scende la sera, ma non il buio.
La luna, avvolta da un’impalpabile nube di seta è ancora regina della notte.
E, con lei, le stelle. Vivide, brillanti.
A Panarea, non esistono lampioni. La notte, lì è ancora selvaggia.
Alzi gli occhi e senti il respiro morirti in gola.
Il cielo non è più quel malinconico ritaglio di stoffa scura appeso fra i tetti dei palazzi della città. Gli astri allora, non più timidi, tornano a desiderare l’antica ammirazione che un tempo suscitava nei naviganti.
Ed è solo in quel momento, quando una miriade di frammenti d’argento decide di coinvolgere anche te in quella spensierata danza di luce, che ti rendi pienamente conto del significato di infinito.
Il firmamento non ha limiti, non ha confini. E’ assoluto. E profuma di gelsomino.