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Alessandra Borghese su Panarea: “A dispetto di mode e tacchi a spillo, la natura impone ancora il suo fascino e la sua forza” (30/07/2010 - 16.57)
“Dalla mia terrazza vedo gli isolotti di Dattilo, Basiluzzo e Spinazzolo, al tramonto cambiano colore. Il sole si spegne nel mare dietro l’isola ma gli ultimi raggi si riflettono sulle rocce degli scogli facendoli diventare gialli incandescenti, color oro e poi rosa”
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Riportiamo l’articolo di Alessandra Borghese pubblicato il ieri su “La Nazione”.

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LO SGUARDO DI ALESSANDRA BORGHESE Nel «buen retiro» di Panarea dove, a dispetto di mode e tacchi a spillo,
la natura impone ancora il suo fascino e la sua forza

Di fronte al vulcano,
a tu per tu con l’eternità

C’È UN LUOGO che amo e dove mi piace molto tornare. In un certo senso l’ho scelto come mio buen retiro. Questo luogo è una piccola isola dell’arcipelago delle Eolie. Mi sono chiesta più volte per quale motivo abbia deciso di fermarmi proprio a Panarea, avendo viaggiato per lungo e largo il mondo fin da ragazzina. Un motivo è certamente la difficoltà di raggiungerla e la conseguente sensazione di lontananza da tutto che si prova una volta giunti sull’isoletta. A Panarea non ci sono macchine, non c’è un porto per accogliere le imbarcazioni ma soltanto un molo lungo poco più di 100 metri. Con il maltempo gli aliscafi e le navi non possono attraccare. Il mare nelle isole comanda esibendo la sua potenza.

LA SERA per le poche vie dell’isola non ci sono le classiche luci di strada ma soltanto quelle che fuoriescono dalle finestre delle case. Per questo quando non c’è la luna bisogna munirsi di lanterne. La maggior parte delle persone gira in pareo a piedi nudi. Ultimamente devo ammettere che si sono visti molti tacchi alti e pailletes al posto di sandali e pantaloni di cotone, ma del resto è un trend inevitabile. Non si può obbligare il prossimo alla semplicità e alla naturalezza. Alcuni hanno bisogno di ostentare la propria ricchezza e stato sociale in qualsiasi luogo si trovino. Ed è così che i luoghi cambiano e si trasformano agli stili e gusti dei nuovi vacanzieri. Nell’immaginario collettivo Panarea è diventata l’isola mondana della Sicilia, il posto per farsi vedere e mettersi in mostra, per questo molti la considerano un luogo finto costruito per accalappiare turisti di tutte le fasce sociali e di età. Ma che importa in fondo c’è posto per tutti, o no?

OVVIAMENTE per me l’isola è altro, ho cercato l’anima del luogo e credo di averla trovata. Così qualche anno fa ho comprato una casa in una delle poche stradine dell’isola che porta un nome. Un nome strano, un diminutivo gentile e famigliare che fa pensare ad una giovane donna con i capelli folti e lunghi, “Vincenzella”. In realtà al Comune di Lipari questo nome non risulta nella mappatura, eppure i miei conti della luce e dell’acqua arrivano a quell’indirizzo. Nell’ isola felice riesco a trovare la pace e la serenità profonda. Lì non mi manca nulla. Le giornate sono riempite da piccole cose e gesti che altrove non avrebbero grande valore. Le ore scivolano via con leggerezza. Mi piace immergermi nel mare blu mosso dal vento che a volte assume il colore violaceo. Anche Ovidio ne ha narrato la bellezza con passione. Il contatto con la natura mi rafforza e mi aiuta a chiarirmi le idee. Dalla mia terrazza vedo gli isolotti di Dattilo, Basiluzzo e Spinazzolo, al tramonto cambiano colore. Il sole si spegne nel mare dietro l’isola ma gli ultimi raggi si riflettono sulle rocce degli scogli facendoli diventare gialli incandescenti, color oro e poi rosa. Il vulcano di Stromboli resta il mio grande compagno dei miei giorni di vacanza. Lo posso guardare per ore e trovare sul quel grande cono che esce dal mare sempre qualcosa di nuovo ed emozionante. Questa grande montagna fa paura se pensi al suo cuore di fuoco che penetra fin giù nelle viscere della terra dove il magma è in perpetuo movimento. Stromboli mi fa pensare all’inizio del mondo, all’origine di tutto, quando era ancora informe e allo stesso tempo mi proietta nel futuro in quello che potrà essere un giorno questa nostra Terra. Stromboli perme rappresenta l’Eternità. Ed è forse proprio la vicinanza all’eternità, finalmente lontana da tante cose che mi fa sentire veramente viva.