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Il Parere di Pina: Capperi che fortuna! (20/07/2017 - 22.35)
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Leggo e ascolto il cappero con tutta la sua storia di qualità ma anche di ripicca, commissioni e quanto altro. Ci addentriamo sempre più nell'Università del cappero.
Io conosco i capperi ereditati dalla pazienza dei miei genitori, coltivati in luoghi sani dove non passano macchine, raccolti nei tempi giusti con le mie mani e salati dalle mani mio marito. Mischiati grossi, medi e piccoli. Senza distinzioni e poi conservati nei boccioni di vetro e sbattuti di tanto in tanto.
Oserei dire: "Qualità Pina" o Garanzia Pina".
Tutto a Panarea.
Il cappero è la mia anima, è l'ornamento principale della mia casa perché è seminato da Eolo fra le giuste e naturali rocce vulcaniche.
Ma adesso, vista la richiesta, si parla di industrializzazione del cappero, coltivato a batteria. Sarà giusto così. E' il progresso, ma io penso sempre al cappero di una volta.
Ecco perché voglio solo i miei capperi. Mentre meditavo avevo in mano proprio un boccione di capperi del 2014 (grande annata) mi è scivolato dalle mani ma fortunatamente è caduto su una poltrona. Così si sono salvati capperi e sale. Ma anche il contenitore che avrà minimo 40 anni.
Capperi che fortuna.

Pina Cincotta Mandarano