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GLI APPUNTI DI ALBERTO DALLA VECCHIA: NUMERI CIVICI A PANAREA (11/10/2002)
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Se vivi a Panarea e aspetti una lettera importante, una fattura con scadenza di pagamento, una visita da ‘’fuori’’, in genere non ci sono grossi problemi. L’isola è piccola . Non ci sono le migliaia di case di Lipari o del capoluogo di provincia, Messina.
Puoi però cominciare a preoccuparti se non hai il numero civico, il numero della casa in cui abiti o lavori. Se ad esempio a Lipari cerchi la Stazione dei carabinieri di via Marconi o la Guardia di Finanza che sta nella stessa via, o lo studio del mio geometra in via Mancuso, non è così facile. Sono due strade centralissime, ma con palazzi di recente costruzione,più che decennale comunque. Per i carabinieri e i finanzieri basta chiedere a qualcuno per strada. Per lo studio del geometra meglio prendere un caffè ad un bar di via Mancuso e chiedere informazioni: Può darsi che un solo bar non basti.
Mi dicono che a Messina le cose non vadano meglio. Tempo fa ho letto di una pubblicità di un negozio che annunciava una svendita e che per far capire ai nuovi clienti dove si trovava, precisava di stare vicino ad un altro negozio!
E a Panarea? Le case con il numero civico sono nettamente in minoranza. Molte, però, di fianco alla porta d‘ingresso, hanno una piastrella con indicato il soprannome della casa che può derivare dal cognome degli abitanti,oppure dal loro mestiere o da qualche elemento che la caratterizza. Così c’è la casa Favolora ( dal cognome Favoloro), casa del Salinaro (ovvero proveniente dall’isola di Salina ), casa del fico, del carrubo e così via.
Le cose vanno davvero male quando l’unico postino dell’isola va in ferie o sta a casa per malattia. L’anno scorso ho incontrato il postino supplente che veniva da ‘’fuori’’. In preda ad un attacco quasi di panico o d’ira, imprecava sulla sua sfortunata situazione: gli era impossibile distribuire la posta e questa si ammucchiava giorno dopo giorno. Lui, nonostante le buone intenzioni, invitava la gente a cercare la propria corrispondenza nella borsa che portava con sé o nel mucchio in giacenza nell’ufficio postale.
Tutto questo perché? Secondo me evidentemente perché le case sono prive di questo benedetto numero civico. Per carità non voglio farla tragica, nella piccola e splendida Panarea si sta bene anche così, ma mi chiedo: nel resto della Sicilia è uguale?
A questo punto mi viene in mente un vecchio e bellissimo film di John Huston: ‘’Gli spostati’’ con bravissimi attori come Marilyn Monroe, Clark Gable, Mongomery Cliftt. Vi si racconta la triste storia sulla fine dei cavalli nell’America che cambia e quella di una comunità di sbandati, di ‘’spostati’,’ che si reca a Reno, ma anche un’analisi del malessere nella società americana che fatica ad aggiornarsi.
Orbene c’è una scena che mi pare cascare a fagiolo con quanto detto più sopra. Ad un certo punto del film la comunità di sbandati arriva in un paesino del Texas (se ricordo bene). Non sa orientarsi bene così chiede ad un contadino come mai non ci sia l’indicazione per la stazione ferroviaria e nemmeno quella del paese successivo. Candida e disarmante la risposta del contadino: lui e i propri compaesani sapevano dove andare e tanto gli bastava!
Morale a parte, per stare sul concreto, mi domando a chi tocca sovrintendere all’applicazione dei numeri civici? Secondo me: non certo al contadino di cui sopra ma al Palazzo Municipale.
Ecco infatti cosa si legge nel Regolamento Edilizio Comunale di Lipari a pag. 32: ‘’Agli edifici è imposta la servitù di apposizione dei numeri civici e delle targhe o tabelle indicanti il nome delle vie o delle piazze. L’apposizione e la conservazione dei numeri civici e delle targhe stradali sono, a norma di legge, a carico del Comune. I proprietari dei fabbricati su cui sono apposti numeri civici o targhe sono tenuti al loro ripristino quando siano distrutti o danneggiati per fatti ad essi imputabili.’’Le spese, è sottinteso, saranno tutte a carico del contadino o del cittadino…
La voglia di aggiornarsi a Panarea c’è e tantissima e, per fortuna, bisogna dire non troppa.
Un piccolo esempio. A Drautto, una delle tre contrade di cui è composta l’isola, ci sono due belle insegne a distanza di cento metri. Indicano la nuova attività di affitto di barchini in legno per turisti, gestita da un anziano pescatore.
La prima insegna è composta da belle piastrelle in ceramica decorate e non ha alcuna indicazione per contattare il pescatore. La seconda , ugualmente bella ma più semplice e più facile da aggiornare, ha un supporto in legno. La singolarità di quest’ultima è molto significativa: naturalmente non ha il numero civico ma indica, in soccorso a tale mancanza, ben due numeri telefonici con prefisso Telecom, quattro numeri di telefono cellulare e, quasi come una ciliegina sulla torta, un indirizzo e-mail. Rimanendo in tema di cinema importante, non viene da pensare all’episodio del film di Nanni Moretti che, tra le altre cose, descriveva la passione degli Eoliani per le nuove tecnologie come ad esempio la telefonia? Per finire sento il dovere di chiedere scusa se l’ho fatta cosi lunga ma non sono giornalista e sicuramente non ho il dono del pennino d’oro (attenzione: pennino con due enne!) e tanto meno quello della concisione e della famosa ‘’concinnitas’’ di liceale memoria. Il fatto è che io e la mia famiglia (i due cani compresi) amiamo molto Panarea e la Sicilia.
Alberto Dalla Vecchia