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La storia geologica dell’apparato vulcanico di Panarea
(Natale Calanchi & Claudio Antonio Tranne)
(21/11/2002)
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L’isola di Panarea (3,5 chilometri quadrati, insieme a Basiluzzo e scogli circostanti) è la più piccola isola dell’Arcipelago Eoliano, che rappresenta la porzione emersa del prevalentemente sommerso Arco Eoliano. L’Arco Eoliano, composto da sette isole vulcaniche e da dieci rilievi vulcanici sommersi, è un arco che si estende per una lunghezza di circa 200 km lungo il bordo più meridionale del Mar Tirreno. L’attività vulcanica si è sviluppata completamente durante il Quaternario, partendo dall’età di 1,3 milioni di anni (Ma) del vulcano sottomarino Sisifo (l’apparato vulcanico sommerso più occidentale dell’arco) per arrivare ai nostri giorni (Lipari, Vulcano e Stromboli sono vulcani attivi). Il ramo orientale dell’arcipelago è rappresentato dalle isole di Stromboli e Panarea.
L’apparato vulcanico di Panarea è un edificio a forma di cono che si innalza da profondità comprese fra i 1.700-1.200 metri sotto il livello del mare per arrivare sino alla sommità di Punta del Corvo (421 metri sopra il livello del mare); il suo diametro massimo, alla base dell’edificio, è di circa 20 km. Le rocce vulcaniche più antiche dell’isola (affioranti al livello del mare, lungo la ripida scogliera occidentale) hanno un’età di circa 150.000 anni mentre quelle più giovani (formanti l’isola di Basiluzzo) sono datate circa 50.000 anni. La costruzione della porzione subaerea dell’edificio è completata in un intervallo di tempo di circa 100.000 anni. L’attuale morfologia di Panarea, Basiluzzo e degli scogli circostanti è il risultato di un evento esplosivo finale che ha portato allo smembramento dell’apparato preesistente e alla formazione di una depressione craterica sottomarina: tale struttura craterica sommersa è sottolineata dalla disposizione subcircolare degli scogli di Panarelli, Dattilo, Lisca Nera, Bottaio e Lisca Bianca e dall’attività fumarolica sottomarina ancora visibile ad una profondità compresa fra i -15/-20 metri.