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04 MAR – PANAREA VISTA DA VERONICA DE MONTE: CARNEVALE, LA PAGLIACCIATA DEI PROPRI SOGNI !
(04/03/2003)
Il carnevale della mia gioventù a Panarea era diverso da quello di oggi perché diversa era la vita. Innanzitutto, ci conoscevamo tutti e quindi era d’obbligo aprire ad ogni maschera che bussava alla porta. La più povera delle case aveva sempre qualcosa da offrire. C’erano i gigi, nostri tipici dolci di carnevale che allora si impastavano con la malvasia, oggi sostituita dal vino perché troppo preziosa, e poi passati nel vincotto. C’erano, sul tavolo all’entrata, pronti i bicchierini in un vassoio rotondo di vetro per offrire il rosolio fatto in casa. Il divertimento principale stava nel sapersi camuffare al punto che non si riusciva a riconoscere chi stava dietro la maschera. Naturalmente, prima di uscire da quella casa, bisognava scoprirsi. Ma qual è il significato di questo carnevale? Non forse tirare fuori le nascoste sofferenze che abbiamo dentro? A Panarea, una volta si conosceva tutto di tutti e quindi per qualche ora, magari per celia, volevamo essere gli sconosciuti fra i conosciuti. Il carnevale a Rio, capitale della povertà, esce con un incredibile sfarzo come se fosse invece la capitale del benessere. Nelle città italiane notiamo questi carri con caricature dei nostri governanti o, comunque, personaggi di spicco della politica. Forse nell’italiano c’è la voglia di comandare, d’uscire dalla sottomissione. Carnevale, la pagliacciata dei propri sogni!
Veronica De Monte