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10 SET - IL PARERE DI PINA: IL TURISTA ARRIVA PRIMA ALL’ESTERO CHE A PANAREA (10/09/2003)
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Vivere Panarea significa poterci arrivare al più presto possibile, senza impiegare quasi un’intera giornata dall’aeroporto di Catania o Reggio Calabria, assaporando l’isola di Panarea solo attraverso lunghe attese tra coincidenze, arrivi e partenze.
In verità, le altre isole, che tra l’altro sono molto più servite e trafficate, trattengono il passeggero con inutile sosta diventando un’odissea l’arrivo a Panarea.
Mi chiedo perché, se decido di andare a Panarea non posso arrivarci in tempi ragionevoli. Qual è il problema, visto che abbiamo a disposizione tre distinte compagnie (Siremar, Snav e Ngi) e nessuna delle tre riesce ad organizzare un servizio razionale e comodo, non solo per loro ma soprattutto per gli utenti che, oltre a sciropparsi un viaggio interminabile per quasi tutto l’arcipelago delle isole Eolie, molto spesso senza neanche l’aria condizionata, lunghe attese e fatiscenti servizi igienici, pagano un’ingiustificata cifra per arrivare alla fine stanchi e sfiniti a Panarea.
Basterebbe organizzarsi semplicemente coordinando il traffico marittimo con quello aereo, mettendo a disposizione del turista un mezzo veloce, sicuro e più economico. Attualmente, un turista arriva più facilmente e più velocemente all’estero che sull’isola di Panarea. Mi risulta, infatti, che ci sia a disposizione un aliscafo, in dotazione alle Ferrovie dello Stato, con le caratteristiche ideali per questo tipo di trasporto: 35 metri di lunghezza, quattro anni di vita, velocità 36 nodi, 160 posti.
Se tutto questo diventa improponibile, si potrebbe pensare alla realizzazione di un eliporto, ma non sono un tecnico e, nell’economia della sicurezza e/o dell’ambiente, non sono in grado di stabilire cosa sia più facilmente realizzabile.
Il disagio, infatti, non finisce al molo. Anche qui spesso e volentieri è impossibile attraccare per via delle innumerevoli imbarcazioni che fluttuano intorno al molo che, come abbiamo visto con la mareggiata del primo agosto scorso, procurano non solo disagi ma anche disastri. Anche la sicurezza vive in quest’isola il suo momento di panico, basti pensare al recente disastro provocato dall’’incuria e dalla negligenza di tutti quelli che si improvvisano marinai lasciando con estrema disinvoltura, alla fine di una traversata, le imbarcazioni senza alcuna protezione e garanzia per sé e per le imbarcazioni vicine.
Voglio sperare che in un futuro non lontano si possa arrivare felicemente a Panarea.
Pina Cincotta Mandarano