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26 MAR - LA FESTA DEL PAPA' A PANAREA: QUALCHE RIFLESSIONE (26/03/2004)
Oggi più che mai serve l'esempio di fede e amore espresso nel silenzio dei gesti comuni da un uomo come Giuseppe. Lui è il santo di ogni giorno.
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La macchina pubblicitaria si è messa in moto con mezzi persuasivi. Per festeggiare i propri padri dovremmo comprare un regalo. Il commercio si è attaccato così ad una ricorrenza popolare legata a ricordare la figura di San Giuseppe. Sarebbe bello festeggiare i propri padri ricordandoci anche dell'uomo scelto da Dio per essere padre terreno di Gesù. I Vangeli forniscono poche notizie su san Giuseppe. Ne parlano gli evangelisti Matteo e Luca. Giuseppe è descritto come un uomo giusto, discendente della stirpe di David che viveva a Nazareth e faceva il falegname. Promesso a Maria, quando seppe che era incinta , decise di non ripudiarla dopo che un angelo gli apparve in sogno. Ancora in sogno dopo la nascita di Gesù, un angelo lo esortò a fuggire in Egitto per salvare il Bambino dalla persecuzione di Erode. Sempre grazie alla visita di un angelo alla morte di Erode, riportò Maria e il Bambino a Nazareth. L'ultimo episodio dove si parla di Giuseppe nel Vangelo è quando Gesù dodicenne si allontana dai genitori per discutere con i dottori nel Tempio.
In tutti i racconti del Vangelo Giuseppe non parla mai. Assolto il suo compito, esce di scena silenziosamente. Quello che conosciamo sul falegname di Nazareth ci arriva dalle fonti apocrife, dalle credenze e devozioni popolari. L'iconografia su Giuseppe è dettata dalla necessità di mettere in risalto la paternità divina di Cristo. Ecco perché Giuseppe è rappresentato come un uomo maturo, molto più vecchio di Maria.
A Roma presso la Galleria Doria Pamphilj, è conservata la splendida tela del Caravaggio "riposo durante la fuga in Egitto", che ritrae il santo con una lunga barba bianca in adorazione del Bambino. È interessante notare che la figura di Giuseppe ha avuto scarsa attenzione nell'età patristica, dove Giuseppe è sempre stato studiato in relazione al mistero di Cristo. Fu la scuola francescana con Bonaventura da Bagnoregio, Pietro Olivi e Umbertino da Casale, nei secoli XII e XIII dopo anni di silenzio, a rivalutare e riproporre la figura del padre adottivo di Gesù. Mentre furono i papi dell'ultimo secolo a dare un impulso decisivo al culto di san Giuseppe.
Pio IX nel 1870, lo proclamò patrono della Chiesa universale e ne solennizzò la festa il 19 Marzo. Leone XIII nel 1889 con l'Enciclica "Quamquam pluries", analizzò i fondamenti teologici dei privilegi concessi a san Giuseppe e la sua missione nella Chiesa. Nel 1955 Pio XII consacrò il 1° Maggio con la festa liturgica di san Giuseppe operaio. Giovanni XIII pose il Concilio Vaticano II sotto la protezione di San Giuseppe.
Oggi più che mai serve l'esempio di fede e amore espresso nel silenzio dei gesti comuni da un uomo come Giuseppe. Lui è il santo di ogni giorno. Ha riempito la figura del padre. In tutte le occasioni ha compiuto il suo dovere con integrità e sincerità. Un richiamo ad essere genitori senza gelosie ma seguendo con umiltà, la crescita dei propri figli.
La festa di San Giuseppe a Panarea è stata onorata con una messa celebrata da don Pino. Moltissime famiglie si sono riunite nella chiesa di San Pietro. Don Pino ha tenuto una vigorosa omelia ricordandoci della figura di San Giuseppe, e di quanto sia importante seguire l'esempio di questo uomo di fede. La fede è la chiave per essere vicino a Dio e di conseguenza vicino alla pienezza di essere figli, padri e madri. Don Pino prima della benedizione ha chiamato intorno all'altare i papà dell'isola e ha consegnato a ciascuno di essi un piccolo regalo. Con questo dolce gesto ha rammentato ai genitori il loro ruolo e compito nella famiglia e nella società. Dopo la cerimonia religiosa la comunità si è riunita per mangiare insieme.