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20 LUG - LE RIFLESSIONI DI MAURA CIRIELLI: IMBARCAZIONI E AMBIENTE (20/07/2004 - 12.19)
La spazzatura che si trova per mare e sugli isolotti non è dovuta alle barche come tali ma alla maleducazione della gente.
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Leggo sul sito il richiamo allarmistico dei Proff. Capaccioni e Tassi circa la pericolosità sul danno che le barche da diporto arrecherebbero all’ambiente di Panarea e isolotti circostanti. Senza nulla togliere all’autorevolezza dei suddetti professori mi permetto , da persona che va per mare da più di 40 anni su barche sia a motore che a vela, di dissentire su alcuni punti della loro riflessione e ritengo di farlo con qualche cognizione di causa.
E’ ben vero che di barche d’estate nell’arcipelago ne girano molte ma non possiamo non considerare che uno dei modi più piacevoli di girare le isole sia quello di farlo navigando e la nautica è proprio uno di quei settori in espansione dalla quale una località turistica di mare come è l’arcipelago delle Eolie non può prescindere. Ma prima di colpevolizzare le barche da diporto vorrei far notare alcune cose:

- le barche da diporto sono sottoposte per legge, periodicamente, a revisione dal Registro Navale Italiano (con una normativa piuttosto rigida e precisa) il quale rilascia un certificato di idoneità alla navigazione e se una barca naviga è quindi autorizzata a farlo, è cioè ‘a norma’ di legge per quanto riguarda fumi e scarichi.

- il ‘distinguo’ tra barche a vela e a motore è molto amato dagli ambientalisti ma del tutto infondato. Purtroppo, e lo posso affermare con certezza, i velisti veri e abili sono ben pochi, quindi anche le barche a vela marciano per lo più a motore, senza contare che poi ovviamente le manovre di attracco o di ormeggio nella vicinanza delle coste avvengono esclusivamente a motore.

- l’affollamento di barche avviene per un massimo di tre mesi all’anno. Mi riesce difficile
pensare che questo sia il solo motivo d’inquinamento di mare e costa e possa procurare danni irreversibili.

Consideriamo poi il problema della spazzatura. La spazzatura che si trova per mare e sugli isolotti è la stessa che si trova sui davanzali delle finestre di Panarea e non è dovuta alle barche come tali ma alla maleducazione della gente che la lascia in giro, siano essi diportisti o turisti di terra. Allora prendiamo provvedimenti per questo magari con delle belle multe, regolamentiamo la velocità delle barche come avviene anche in altri paesi senza creare ghetti discriminatori dove è proibito l’ormeggio per poi trovarci la barca di un noto onorevole velista ormeggiata in esclusiva (Salina 1998), cerchiamo di educare la gente magari cominciando dalla scuola (come mai in Svizzera non si buttano le carte per terra?) cerchiamo di dare la patente nautica a chi vuol fare il marinaio e se la merita e non a chi la paga, questo sì, ma finiamola col luogo comune e ritrito che le barche da diporto inquinano per poi assistere all’arrivo proprio a Cala Junco (e in altri posti altrettanto particolari) di barconi smisurati che sputano nuvoloni di fumi neri, che buttano ancore smisurate sui fondali e scaricano sciami di persone che regolarmente lasceranno ciascuno un bel sacchetto di plastica pieno di spazzatura da qualche parte, oltre a tutto il resto. Ma questa è ‘spazzatura da barcone pubblico’ . Non inquina.
Vi ringrazio
Maura Cirielli