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09 AGO – LETTERE ALLA REDAZIONE: PRINCIPESSA ALESSANDRA BORGHESE (09/08/2004 - 13.33)
Non è la quantità, ma la qualità e la salvaguardia della tradizione che rende un luogo unico.
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Panarea è la più piccola delle isole Eolie. Durante l’anno ci vivono 300 persone, nel momento di punta del turismo si arriva a 3.000 persone. L’unicità di questa isola si basa sulla qualità e non sulla quantità perché non c’è spazio per il turismo di massa (non ci sono abbastanza spiagge, strade e piacce). Basti notare lo sbarco barbaro dei turisti della giornata che invadono come cavallette le stradine, i moletti sporcando l’isola e la sua rigogliosa natura. Adesso c’è chi vorrebbe (politici e piccoli speculatori) un porto. Ma questa gente si è chiesa cosa vorrebbe dire un porto turistico su questa piccola isola? Panarea non ha mai avuto un porto chi ama realmente questa isola non permetterà un altro scempio tipo Vulcano o altre isole. Un porto a Panarea vuol dire la distruzione di un’isola, la rovina totale dell’immagine dell’arcipelago delle Eolie. La gente viene a Panarea per trovare un angolo di paradiso incontaminato non una marina attrezzata. Sarebbe più opportuno ripristinare i vecchi imbarcaderi esistenti sull’isola e abbandonati da molti anni come Drautto, Peppe Maria e altri oltre al porticciolo rifugio dell’esistente molo. E’ la manutenzione e i controlli sulla sicurezza dei trasporti che fanno la differenza.
Per anni l’isola, malgrado il mare, è stata sempre raggiungibile.
Forse sono i mezzi di oggi che non sono adeguati e che non danno sicurezza. Forse i comandanti di oggi non conoscono il mare abbastanza bene. Forse la manutenzione dei trasporti e i controlli non sono così attenti causando cancellazioni e ritardi.
Non è la quantità, ma la qualità e la salvaguardia della tradizione che rende un luogo unico, magico e diverso dal mondo che vuole sempre essere più globalizzato. Questo è l’orgoglio di Panarea!!!
Alessandra Borghese