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24 SET – LETTERE ALLA REDAZIONE: MARCO ANZIDEI (INGV), RISPETTARE L’ECOSISTEMA DI PANAREA (24/09/2004 - 11.48)
Mi auguro che nel prossimo futuro la situazione possa cambiare, con un turismo più rispettoso e discreto.
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Il Primo Ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia in Roma, Marco Anzidei, ci scrive una lettera nella quale esprime la sua preoccupazione per gli effetti negativi provocati da quel turismo incontrollato che del rispetto della natura ne fa l’ultima delle sue preoccupazioni.
Ecco il testo:


L'arcipelago di Panarea, con i suoi splendidi isolotti di Lisca Bianca, Lisca Nera, Bottaro, I Panarelli, Dattilo e Basiluzzo, costituisce insieme a tutto l'arcipelago delle Eolie uno degli ambienti naturali più belli e interessanti del Mediterraneo. Non solo per le bellezze del paesaggio e per la sua storia, ma anche per le particolarissime caratteristiche geologiche che presenta. Da quando le acque cristalline di Panarea sono venute alla ribalta per il fenomeno delle esalazioni gassose sottomarine, l'area ha catalizzato l'interesse scientifico di numerosi ricercatori. Studiosi dell'Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia e di varie Università italiane e straniere stanno svolgendo studi, ricerche e monitoraggio geofisico dell'area, con lo scopo di interpretare il fenomeno per mitigare il rischio che potrebbe derivare dall'attività esalativa sottomarina.
Purtroppo la sempre crescente pressione turistica si trova a volte in contrasto con l'attività scientifica a causa del comportamento poco rispettoso di poche persone. Da quando è iniziato il monitoraggio sistematico dell'area (geochimica, deformazioni del suolo, geologia e batimetria), sono stati danneggiati, rimossi o manomessi alcuni sensori delle strumentazioni geofisiche, posti in mare o in terra. Tali atteggiamenti compromettono le ricerche in corso, rallentandole o producendo possibili distorsioni dei risultati.
L'afflusso incontrollato di barche cariche di turisti che sostano in prossimità delle "bolle" e che spesso danno fondo alle ancore sui centri esalativi, provocano danni non solo all'ecosistema locale, unico nel suo genere (i centri esalativi sono spesso coperti da solfobatteri di colore bianco), ma anche al lavoro dei ricercatori che ne studiano la loro variabilità mediante osservazioni dirette e con strumentazione posta sul fondo marino. Tutto ciò purtroppo si verifica insieme ad un sempre maggiore degrado ambientale che colpisce le coste di Panarea: ad es. il fondale della baia di Cala Junco è invaso da rifiuti di plastica gettati da barche di passaggio, la zona della calcara viene a volte adibita a discarica e i gabbiani che nidificano su Lisca Bianca e Bottaro vengono fortemente disturbati dai turisti. Mi auguro che nel prossimo futuro la situazione possa cambiare, con un turismo più rispettoso e discreto. Non solo verso il lavoro di noi ricercatori impegnati nel monitoraggio geofisico di quest'area, ma soprattutto verso la natura che ha fatto scaturire dalle profondità del Tirreno questo meravigliose isole che sono di noi tutti e che è nostro dovere mantenerle per sempre integre nel loro aspetto naturale.

Marco Anzidei
Primo Ricercatore Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Roma