l'informazione di Panarea (a cura dell'Associazione Ama Panarea)
Panarea, GUIDA ALLE VACANZE - Giornale dell'isola - il portale di informazione e notizie dell'isola di Panarea su turismo, trasporti, alberghi, ristoranti, hotel, flora, fauna, geologia, storia, archeologia. Per chi Ama Panarea
Torna alla pagina precedente

13 APR – IL PARERE DI PINA: ORDINANZA BARCONI, LETTERA AL SINDACO DI LIPARI (13/04/2005 - 16.23)
Sull'ordinanza , aspetto da lei, Signor Sindaco, una risposta ai quesiti che sono miei ma anche di tutti quei cittadini e quegli operatori turistici che vogliono bene a Panarea.
Avvia la stampa di questo articolo

Invia questo articolo


Egregio sig. Sindaco,
ho letto e pubblicato su Amapanarea l’ordinanza sulla regolamentazione per Panarea e Stromboli del flusso turistico giornaliero di quelle “unità non di linea adibite al trasporto passeggeri” (che io chiamo semplicemente barconi).
La sua iniziativa è lodevole per l’impegno che lei ha prodotto ma credo che vi siano delle cose da puntualizzare. Innanzitutto, quando lei parla di 500 persone al giorno sull’isola, ci si immagina che questo numero, anche se molto alto per una piccola terra come Panarea, sia la cifra totale di turisti ammessi alla visita “mordi e fuggi”. Invece, il numero 500 indica la massima presenza contemporanea di persone che durante la giornata effettuano un continuo scambio: tante ne escono, tante ne entrano.
Ciò significa che, in effetti, non saranno 500 le persone a visitare l’isola in un giorno ma migliaia e migliaia. Questo va messo in evidenza perché, anche con la sua dedizione alla salvaguardia delle nostre isole, con questa ordinanza non ha risolto il problema. E glielo spiego.

Innanzitutto, poi di fatto, mi pare impossibile un efficace controllo di questo numero 500 di presenze. Questo perché le autorità preposte che lei indica come responsabili del funzionamento di tale “semaforo”, che regola il traffico di entrate e uscite dall’isola, avranno serie difficoltà oggettive e pratiche ad espletare il compito. Si dovrà controllare non solo il porticciolo ma tutto il perimetro dell’isola con le spiagge di grande richiamo come Calajunco e Caletta Zimmari. E la complessità di questa operazione, giornaliera, è facilmente immaginabile.

Il secondo aspetto è quello dei rifiuti: l’apporto rimarrà sostanzialmente lo stesso in quanto i rifiuti sono in rapporto al numero dei visitatori e non al numero delle presenze contemporanee.
Le migliaia di persone che arriveranno ciascuno con il proprio sacchetto contenente cibarie, bottiglie di plastica e altro, produrranno poi una montagna di rifiuti. Questo perché non tutti poi ripongono gli scarti nei loro sacchetti. Molti li getteranno in mare o li lasciano nelle calette visitate.
Oltre a questo, nell’ipotesi più ottimistica, potrà succedere come gli scorsi anni che sul molo si accatasteranno giornalmente cumuli di immondizia: il caldo inquinerà l’aria con maleodoranti effluvi e richiamerà la curiosità di animali in cerca di cibo.
Povera nostra Panarea!

Invece, i gestori dei barconi, la maggior parte dei quali sfruttano l’isola solo per i loro immediati interessi senza occuparsi del danno ambientale che arrecano, dovrebbero imbarcare i loro rifiuti e riportarli nel luogo di provenienza.
C’è addirittura qualcuno che getta i rifiuti direttamente in mare così risolve il problema in modo sbrigativo.
Povero nostro mare!

Il terzo aspetto è la sicurezza?
Migliaia di persone sull’isola con le difficoltà che ci sono di avere la presenza di tutori dell’ordine pubblico rappresentano un’incognita.
Come operatrice turistica le faccio presente che la sicurezza è fonte primaria per il nostro lavoro. Come cittadina, voglio con forza che la natura sia rispettata e che si faccia di tutto per salvaguardarla. L’Unesco ha incluso queste isole nel suo patrimonio e quindi tutti devono adoperarsi con il massimo sforzo per proteggerle.

L’ammiro molto per il lavoro che svolge ma devo dirle che è difficile poterle comunicare direttamente i nostri problemi, ecco perché le scrivo.
Quando viene sull’isola ha sempre fretta e non ha molto tempo per ascoltarci e non ci sono strutture a cui fare riferimento in modo adeguato. Magari, una volta cerchi di programmare un incontro direttamente con la cittadinanza visto che il Comitato di quartiere di Panarea è sempre chiuso. Forse la sede è in qualche altro posto? A questo proposito le vorrei proporre di utilizzare quello stabile per una sede del servizio di emergenza della Protezione civile.

Aspetto da lei, Signor Sindaco, una risposta a questi quesiti che sono miei ma anche di tutti quei cittadini e quegli operatori turistici che vogliono bene a Panarea.

Cordiali saluti
Pina Cincotta Mandarano.
(la lettera è inviata per fax al sindaco Bruno)